domenica 14 giugno 2009

Homo Homini Lupus


Lo scopo fondamentale di Thomas Hobbes, nel redigere il Leviatano, era disinnescare, e definitivamente, il rischio che dissidenti religiosi, o in futuro d’altra specie, potessero rovesciare lo Stato ri-gettando la società tutta nello stato di natura che Hobbes, notoriamente, considera come il peggiore dei mali; nel De Cive(Lettera dedicatoria) l’uomo è definito, riprendendo Plauto (Asinaria, v.495), il lupo per gli altri uomini; di conseguenza la Stato, primariamente istituito per salvaguardare la vita di ciascuno, non può essere destituito con la semplicità che LaBoétie gli attribuiva. Storicamente tacciato d’essere il padre dell’assolutismo, Hobbes in realtà teorizza uno Stato assoluto; il Leviatano, come appare sulla copertina della prima edizione, è un gigante che contiene al suo interno tutta la popolazione a lui sottomessa; è un perimetro, per così dire, un simbolo di sovranità assoluta nel senso di sciolta dalla legge, indivisibile ed inalienabile, teorie già esposte da Jean Bodin nei Six Livres de la Republique. Sennonché il substrato culturale che giustifica l’impianto teorico di Bodin è ancora religioso, mentre Hobbes fonda l’ordine regolatore del suo sistema su una mutua convenzione. Egli ammette che l’uomo abbia una libertà che esercita una ed una sola volta; unendosi nel patto che dà vita al Leviatano, rinunciando da quel momento in poi e per sempre al suo diritto naturale. Questa rinuncia, fatta nell’interesse dei contraenti, pone il sovrano non solo al di sopra bensì al di fuori della comunità; e tutte le leggi emanate dipenderanno da una convenzione nota e razionale, senza necessitare alcun fondamento morale basato su Dio. Sottrarre consenso a questo sovrano significherebbe far ripiombare l’umanità in quello spaventoso stato di natura per sfuggire al quale esso è stato istituito; certo potrà non essere sempre un sovrano buono e generoso, ma almeno garantirà la sopravvivenza fisica dei membri, scopo per cui è stato generato; disubbidirgli sarebbe stupido, poiché sarebbe come disobbedire a se stessi.

In Hobbes la politica non ha più fondamento trascendente; il Leviatano – lo Stato - è il trascendentale della politica, una rete di razionalità astratta che si diparte da un punto convenzionalmente individuato al di sopra e al di fuori della società, che attraverso i due strumenti raffigurati sulla copertina della prima edizione – spada e pastorale – definisce il perimetro entro il quale si articola la struttura pattizia.

In Foucault il potere non è più concentrato nello Stato e nei suoi strumenti di coercizione; è una realtà capillare, diffusa, omnipervasiva. In realtà quest’idea è già dentro Hobbes, ma implicitamente. Cosa la esplicita alla comprensione di tutti?

Un’osservazione parentetica. Guardando alle strutture del potere Foucault riconosce quelle operanti nelle tante sfere della società; lo strumento primigenio attraverso cui opera il potere è il sapere. La costruzione del potere avviene attraverso l’elaborazione del sapere. L’esempio è nello studio storico della follia come oggetto di una scienza specifica, la psichiatria, e non più di un sapere religioso come appare in Storia della follia nell’età classica e Sorvegliare e punire.
Il Panopticon benthamiano rappresenta per Foucault la metafora per eccellenza di una società ove non è più necessaria la concentrazione degli strumenti coercitivi in un’unica istanza poiché la stessa morfologia organizzativa della società esprime diffusivamente la realtà del potere e del controllo. La nascita della psichiatria, con il suo sapere fatto di classificazioni astratte determinerà l’ulteriore smaterializzazione/diffusione del potere attraverso strumenti di controllo puramente concettuali e convenzionali ma non meno rigorosi ed efficaci.

Il contributo lockiano consiste nel riconoscimento della grande intuizione hobbesiana, la potenzialità del convenzionalismo ma slegata dai limiti in cui ancora Hobbes intrappola lo Stato; riconoscendo che al potere si può resistere in via eccezionale Locke ne ammette l’eccezionalità e l’eccezionale efficacia che non si può più contestare con strumenti semplicemente umani. Per resistere allo Stato e alla sua struttura razionalizzante si devono verificare circostanze d’eccezione.

Bibliografia essenziale:

Hobbes, T., Leviathan, or the Matter, Form and Power of a Common Wealth Ecclesiasticall and Civil (trad. It. Leviatano, a cura di Asrrgo Pacchi, con la collaborazione di Agostino Lupoli, Bari, Laterza, 1989)

Hobbes, T., De Cive, a cura di T. Magri, Roma, Editori Riuniti, 1992

Bodin, J., Republique (trad. it. I sei libri dello Stato a cura di M.Isnardi Parenti, Torino, Utet, 1964-97)
Farinelli, F., I segni del mondo : immagine cartografica e discorso geografico in età moderna, La Nuova Italia, 1992

Foucalt, M., Surveiller et punir: Naissance de la prison (trad. it. Sorvegliare e punire: nascita della prigione, Torino, Einaundi, 1976)

Foucault, M., Folie et déraison. Histoire de la folie à l'âge classique (trad. It. Storia della follia nell’età classica, Milano, Rizzoli, 1976)

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